La guardia Luigi Merola

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    La scheda di questo sfortunato poliziotto era in origine molto scarna. Gli elementi trovati all'epoca della sua redazione erano scarsi, quasi che la sua storia fosse stata volutamente sottaciuta. E' vero, erano tempi di guerra e in quel dicembre 1944 l'Italia aveva problemi molto più grandi rispetto all'assassinio di una "semplice" guardia di pubblica sicurezza, ancorché avvenuto durante un'operazione di polizia.

    A distanza di tanti anni, grazie al nostro Flavio Dalla Libera , siamo in grado di disporre della ricostruzione fatta poco dopo da parte di "Crimen", una rivista del settore ritenuta da molti "scomoda" per la sua indipendenza di informazione e per i suoi "agganci" in ogni ambiente.

    Riproponiamo la trascrizione dell'articolo pubblicato su "Crimen" n° 15 del 1947 di cui riportiamo anche alcune foto, omettendo di riportare l'intera pagina che ritrae il giovane poliziotto steso a terra.

    Il finale - soprattutto quello giudiziario - non è poi così diverso da quello dei giorni nostri....




    LA BANDA CLEMEN ALLA CORTE D'ASSISE DI BARI


    Innanzi alla Corte d'Assise di Bari sono comparsi, dopo un'istruttoria formale piuttosto laboriosa e complicata, quattro criminali d'eccezione e precisamente Ferraresi Davide di Napoleone da Badia Polesine (Rovigo) di anni 29, Clemen Giannantonio fu Antonio da Trieste di anni 22, Rivano Maurizio di Onorato da Ravenna di anni 22 e Rizziero Marino di Ermenegildo da Foligno di anni 20. Le imputazioni erano di rapina, porto d'armi abusivo, omicidio volontario, etc.
    Ecco i fatti che hanno dato origine all'interessante dibattito. Il giorno 22 dicembre 1944 in Bari, alle ore 11:30 due individui si presentavano alla portineria dello stabile sito in via Quintino Sella n. 37 chiedendo di poter salire nell'abitazione del suddito polacco Marchtyngler Giuseppe fu Abramo di anni 36 da Kirov, asserendo di essere da lui attesi. La portinaia, riconosciuto in uno dei due individui un amico del polacco, già suo ospite per alcuni mesi nello stesso appartamento, non ebbe difficoltà a consegnare la chiave dell'alloggio, specificando che il Marchtyngler era uscito per una commissione ma sarebbe stato presto di ritorno.
    I due, che erano Ferraresi Davide e Clemen Giannantonio, penetrarono così nell'appartamento. Poco dopo il polacco rientrava e il Ferraresi presentò l'amico e precisò i motivi della visita. Non è forse egli debitore verso il Machtyngler di una generosa gratuita ospitalità protrattasi per vari mesi? L'occasione è venuta per ricambiare il favore: "Il conte Clemen che dispone di forti somme di denaro liquido e ha urgente bisogno di sterline d'oro è disposto ad acquistarne un numero piuttosto rilevante a prezzi quanto mai vantaggiosi". Di qui la proposta al Machtyngler che (come era ben noto al Ferraresi) deteneva nella sua abitazione un numero rilevante di sterline d'oro, di cederle.
    L'affare sembrò conveniente al polacco, che da una cassaforte a muro ritirò tutte le sterline disponibili, ossia 200 monete d'oro, deponendole sul tavolo.

    https://upload.forumfree.net/i/ff13309566/CLEMEN1.jpg

    Il "conte" obiettò che erano poche, che a lui ne servivano almeno 350 senza di che l'affare non aveva per lui alcun interesse. Il Machtyngler si offrì allora di procurarne delle altre; telefonò infatti subito ad alcuni suoi connazionali vicini di casa, i quali dopo pochi minuti si presentarono portando altre 76 sterline d'oro con cui si raggiunse la somma globale di 276 sterline.
    A questo punto il Ferraresi e il Clemen estraggono le pistole e con le armi in pugno fanno indietreggiare tutti i presenti (4 persone) verso il muro, con le braccia in alto, mentre il Ferraresi, qualificandosi commissario di Polizia, richiede per telefono l'intervento di un altro funzionario (il complice Rivano Maurizio) il quale poco dopo si presenta in veste di agente di polizia. Da una valigia il nuovo arrivato estrae una macchina fotografica e una macchina da scrivere. Il Ferraresi ordina seccamente al Rivano di procedere ai rilievi segnaletici e fotografici dei presenti, mentre egli stesso batte a macchina i verbali di sequestro delle sterline.
    Finite queste operazioni il Ferraresi, rivolto al Machtyngler e agli altri presenti, li ammonisce a non denunziare il fatto in Questura in quanto egli, essendo un Ispettore Generale del Ministero degli Interni, agiva direttamente per conto del predetto Ministero. Aggiunse che esclusivamente per la gratitudine che ha verso il polacco, si limita a sequestrare le sterline, omettendo di procedere all'arresto dei responsabili, cosa però che sarà pronto a fare se i presenti non ottempereranno ai suoi ammonimenti e comunque se non si allontaneranno dalla città entro 12 ore. A convalida di ciò, egli esibiva un documento naturalmente falso, attestante la qualifica dichiarata. Dopo di che, rimessa la macchina fotografica nella valigia e richiusa la macchina da scrivere nella sua custodia, i tre malviventi, sempre con le armi in pugno, escono e cominciano a scendere le scale cercando di guadagnare il portone dove il quarto complice, Rizziero Marino, li attende con una carrozza presa a nolo.

    https://upload.forumfree.net/i/ff13309566/CLEMEN2.jpg

    A questo punto le vittime, che lungi dall'aver creduto a tutte le panzane dei lestofanti, avevano taciuto soltanto per il timore delle pistole puntate, passano al contrattacco. Mentre il Machtyngler urlando a squarciagola insegue per la rampa delle scale i rapinatori, gli altri dal balcone danno l'allarme ai passanti.
    Infatti due agenti di P.S. che si trovavano a passare nelle vicinanze accorrono verso il portone, affrontano animosamente il Clemen e il Ferraresi traendoli in arresto, mentre approfittando della confusione, il Rivano riesce a eclissarsi con le sterline e il Rizzerò fugge con la carrozza.
    Gli agenti che hanno compiuto l'arresto sono Merola Luigi e Cianciosi Roberto, ambedue giovanissimi ma molto coraggiosi. Essi disarmano gli arrestati, sequestrando al Clemen una rivoltella a tamburo carica con sei cartucce e una pistola Beretta calibro nove con sette pallottole al Ferraresi, dopo di che li traducono in questura, accompagnati dal Machtyngler e dagli altri rapinati, tutti in preda a visibile emozione per il rischio subito e per il danno riportato, ove si pensi che al momento del fatto il valore della sterlina oro sul mercato nero locale superava le ottomila lire per unità.
    Giunti in questura, gli arrestati sono accompagnati in un locale antistante gli uffici della "Mobile" e in attesa di essere presentati al Funzionario vengono nuovamente sottoposti a perquisizione personale in presenza dei rapinati. Nella stanza non ci sono che costoro, i due arrestati e i due agenti. Delle armi sequestrate, la pistola Beretta viene trattenuta dall'agente Cianciosi, mentre la rivoltella sequestrata al Clemen dall'agente Merola, avendo la canna molto lunga, viene deposta sull'unico tavolo esistente nel locale. La nuova perquisizione personale ha inizio nel seguente modo. L'agente Cianciosi, facendo tenere le mani alzate al Ferraresi che volge le spalle alla finestra lo perquisisce in tutta la persona, mentre l'agente Merola perquisisce il Clemen, il quale con le mani in alto è in piedi vicino al tavolo sul quale è stata deposta la sua rivoltella. Mentre l'agente Merola si curva per perquisire i pantaloni dell'arrestato in tutta la loro lunghezza, nota un movimento sospetto del Clemen, fa per rialzarsi ma il criminale che ha abbassato rapidamente un braccio e si è impadronito della rivoltella gli esplode un colpo alla tempia sinistra.
    Il povero agente stramazza fulminato sul pavimento mentre il Clemen, rimessa l'arma sul tavolo, riprende la posizione di braccia alzate. Ma il Machtyngler che si trovava alle spalle dell'ucciso ha visto tutto e al processo stabilirà con esattezza come si è svolto il barbaro ed inutile assassinio.
    Le indagini immediatamente esperite dalla Questura di Bari permisero di arrestare ben presto tutti i complici della rapina e di recuperare quasi tutta la refurtiva che, messa a disposizione dell'Autorità giudiziaria, venne in seguito restituita ai rapinati.

    https://upload.forumfree.net/i/ff13309566/CLEMEN3.jpg

    La Corte di Assise di Bari ha erogato le seguenti condanne.
    Il Ferraresi riconosciuto responsabile dei reati di rapina, porto abusivo di armi, ad anni13 mesi 6 di reclusione e mesi 5 di arresto e a lire 35000 di multa.
    Il Clemen (per il quale il P.M. aveva richiesto l'ergastolo) riconosciuto colpevole di omicidio volontario, di rapina e di porto abusivo d'arma da fuoco, ad anni 17 di reclusione, mesi 3 di arresto e lire 15000 di multa.
    Il Rivano Maurizio ed il Rizziero Marino, colpevoli di rapina, rispettivamente ad anni 1 mesi 6 di reclusione e 4000 lire di multa e ad anni 2 mesi 6 di reclusione e lire 6000 di multa.
    Il Ferraresi ed il Clemen sono stati altresì condannati all'interdizione perpetua dai pubblici uffici ed a quella legale durante la espiazione della pena, e ad anni 2 di libertà vigilata.

    Non sta a noi discutere le condanne, ma siamo certi di interpretare l'opinione della grande maggioranza dei lettori, considerandole assolutamente miti soprattutto nei riguardi del Clemen.
    La vita degli agenti di P.S. deve essere tutelata in ben altro modo. In Francia, in Inghilterra, in America l'uccisione di un agente importa quasi sempre la condanna alla pena capitale. Poiché il nostro codice la esclude, riteniamo giustissima la richiesta dell'ergastolo fatta dal Pubblico Ministero, e ci stupisce che tale richiesta non sia stata accolta.
     
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